La storia dei vaccini – 7 – Un supereroe

L’ultima persona di cui parlo, quasi fosse un tributo alla carriera per dare anche a lui l’importanza che merita, è Maurice Hilleman: si tratta della persona che probabilmente ha salvato più vite umane in assoluto in tutto il ventesimo secolo.

La sua vicenda parte dal 1957, anno in cui si accorse che ad Hong Kong si stava sviluppando un’influenza particolarmente aggressiva e virulenta, insolita insomma. Iniziò quindi a lavorare basandosi solo su questa intuizione ed isolò in laboratorio il virus di questo ceppo influenzale. Diciamo che la sua intuizione si rivelò provvidenziale perché si trattava dell’influenza asiatica, in grado di uccidere circa due milioni di persone in tutto il mondo, ma grazie al lavoro di Hilleman, gli Stati Uniti risposero prontamente e realizzarono un vaccino in tempi brevissimi, distribuendolo in fretta e furia a tutta la popolazione.

Grazie a questa prontezza del governo americano e all’intuizione geniale del nostro eroe, le morti legate all’asiatica negli USA non superarono quota 70 mila, mentre si stima che senza vaccino avrebbero facilmente superato il milione. 

Ma perché ho parlato di premio alla carriera? Perché oltre all’asiatica, Hilleman creò altri 40 vaccini, 14 dei quali usati ancora oggi, alcuni esempi sono il vaccino contro il morbillo, quello contro gli orecchioni, il vaccino trivalente, quello contro l’epatite A, l’epatite B, la meningite e la polmonite.

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