La storia dei vaccini – 6 – Il castigo di Dio

Ma andiamo avanti con la nostra storia. All’inizio del ‘900 compare una nuova e terribile malattia, definita “una sorta di castigo di Dio”.

Chi aveva bambini sotto i cinque anni di età viveva nella paura del contagio, soprattutto d’estate quando caldo e umidità favorivano le epidemie. Non si sapeva come prevenirla e anche nella sua forma più devastante non faceva moltissime vittime, ma le conseguenze erano terribili: arti paralizzati, sedia a rotelle, per alcuni il polmone d’acciaio. Si trattava della Poliomielite.

In questo caso i nomi sono due, iniziamo da Jonas Salk, il primo a creare un vaccino con un virus inattivato dalla formaldeide.

Le sue ricerche partono dal 1947 all’università di Pittsburgh, dispone di ingenti finanziamenti grazie al fatto che una delle vittime più celebri della polio, nel 1921, è il presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosvelt. Insieme ad altri tre medici, Enders, Weller e Robbins, dopo soli 2 anni riuscì a far crescere in laboratorio il virus della poliomielite, cosa che si dimostrò talmente importante che valse loro il premio Nobel, ed iniziarono la sperimentazione animale sulle scimmie. I risultati furono talmente incoraggianti che nel 1952 iniziò la sperimentazione umana, che coinvolse come volontari anche lo stesso Salk, la sua famiglia e tutto il suo staff, e si trattò di un altro successo. Dopo un’ulteriore test di massa che ha visto il coinvolgimento di quasi due milioni di bambini americani, il 12 aprile 1955 Salk potè annunciare ufficialmente l’importante notizia della creazione del vaccino, e la forse ancora più importante decisione di non brevettarlo, per renderlo disponibile al mondo intero. Pensate che si stima che se Salk avesse brevettato il suo vaccino, avrebbe guadagnato circa 7 miliardi di dollari, ma ad un giornalista che gli chiese il motivo di questa decisione, lui rispose “si può forse brevettare il Sole?”.

Il secondo nome è quello di Albert Bruce Sabin che, ostacolato dell’enorme popolarità negli Stati Uniti del collega, decise di rivolgersi al blocco sovietico, convinto che il suo vaccino, che usava una forma attenuata del virus, fosse più efficace e più facile da somministrare rispetto all’altro. Il vaccino di Sabin, perfezionato nel 1960,  poteva essere somministrato per via orale e si dimostrava più economico e migliore, prevenendo completamente il rischio di contrarre la malattia. In Italia fu autorizzato nel 1963 e divenne obbligatorio nel 1966, portando alla totale scomparsa della malattia.

Un ultimo fatto degno di nota riguarda una superstar. Torniamo per un attimo nel 1955. Poco dopo l’entrata in produzione del vaccino di Salk, un laboratorio californiano per errore mise in commercio un lotto di vaccini con il virus vivo, che causò migliaia di contagi tra i bambini e la popolazione rischiava di perdere la fiducia nel vaccino per paura di altri errori. Nel 1956 accadde una cosa potentissima: Elvis Presley, il re del rock’n’roll, acconsentì a vaccinarsi davanti a fotografi e giornalisti, questo portò ad un’impennata di adesioni alla vaccinazione, contribuendo alla scomparsa della malattia. Per dare due numeri che dimostrano la portata di questo gesto: nel 1952 negli USA sono stati registrati quasi 60.000 casi, dieci anni dopo, nel 1952 i casi registrati sono stati solamente 910.

https://youtu.be/GTyxj81dQVQ

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